SUBSONICA, Una nave in una foresta (Universal)

Dai Subsonica non ci si può aspettare altro che facciano i Subsonica. Nel senso, l’effetto shock degli esordi in cui la fusione tra elettronica, rock e frullatoni sonori vari uniti ad un piglio, soprattutto nella stesura dei testi, cantautorale, non farebbe più sobbalzare dalla sedia nessuno. Vero che il precedente Eden aveva un incedere più vagamente pop, ma insomma la solfa era quella. Una solfa piacevole, distinguibile, Subsonica appunto. Dunque nulla di nuovo sotto il “cielo di Torino”,e va bene così. Il singolone “Lazzaro” è la bomba drum n’ bass riempipista(riempipalazzetti nel loro caso), “Specchio” è un riuscitissimo esperimento disco-funk-rock da decompressione ma non troppo, “I cerchi degli alberi” è un omaggio ai Depeche Mode (non manca mai in nessun loro disco) con il suo incedere electropop e “Di domenica” chiude il cerchio con un ballatone che scommettiamo piazzeranno a fine live per godersi lo spettacolo di tanti led di smartphone agitati in aria. Fuori dal coro il brano che chiude il disco “Il terzo paradiso”, un esperimento tra musica e poesia eseguito in collaborazione con l’artista visivo Michelangelo Pistoletto, un giochetto piacevole che nulla toglie e nulla aggiunge ad un disco per i Subsonica normale, ma solo per loro.
A.P
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